Implicazioni a breve e lungo termine dei prodotti per sigarette elettroniche sulla salute cardiopolmonare: un’analisi scientifica

I prodotti per sigarette elettroniche e l’uso di sigarette elettroniche sono cresciuti esponenzialmente nell’ultimo decennio, in particolare tra i giovani e i giovani adulti. Fumare sigarette è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari e polmonari. A causa degli ingredienti più limitati e dell’assenza di combustione, le sigarette elettroniche e i prodotti per il vaping vengono spesso considerati come alternative più sicure e potenziali strumenti per smettere di fumare. L’epidemia di lesioni polmonari associate all’uso di sigarette elettroniche o prodotti per il vaping negli Stati Uniti nel 2019, che ha portato a più di 2800 ospedalizzazioni, ha evidenziato i rischi delle sigarette elettroniche e dei prodotti per il vaping. Attualmente, tutte le sigarette elettroniche sono regolate come prodotti del tabacco e quindi non sono sottoposte agli studi di sicurezza animale e umana richiesti per un prodotto farmaceutico o un dispositivo medico. Poiché la prevalenza dell’uso di sigarette elettroniche e prodotti per il vaping tra i giovani è stata del 27,5% tra gli studenti delle scuole superiori nel 2019 negli Stati Uniti, è fondamentale valutare gli effetti sulla salute a breve e lungo termine di questi prodotti, nonché lo sviluppo di interventi e sforzi di salute pubblica per ridurre l’uso tra i giovani. Gli obiettivi di questa dichiarazione scientifica sono (1) descrivere e discutere i modelli di utilizzo delle sigarette elettroniche e dei prodotti per il vaping tra i giovani e gli adulti; (2) identificare costituenti dannosi e potenzialmente dannosi nelle aerosol di vaping; (3) valutare criticamente le evidenze molecolari, animali e cliniche sui rischi cardiovascolari e polmonari acuti e cronici dell’uso di sigarette elettroniche e prodotti per il vaping; (4) descrivere le attuali evidenze sulle sigarette elettroniche e i prodotti per il vaping come potenziali strumenti per smettere di fumare; e (5) riassumere gli attuali sforzi di salute pubblica e regolamentazione delle sigarette elettroniche e dei prodotti per il vaping. È quindi opportuno esaminare le implicazioni a breve termine e soprattutto a lungo termine delle sigarette elettroniche e dei prodotti per il vaping sulla salute cardiopolmonare. Le prime evidenze molecolari e cliniche suggeriscono vari effetti fisiologici acuti derivanti dai sistemi elettronici di somministrazione della nicotina, in particolare quelli contenenti nicotina. Ulteriori ricerche cliniche e modelli di esposizione animale sono estremamente necessarie poiché l’uso di questi prodotti continua a crescere.

Fonte: American Heart Association (AHA) – Statement on E-cigarettes and Vaping Products

Sigarette e ambiente: il problema della plastica e delle microfibre dei filtri.

Avete mai pensato a cosa succede alle cicche di sigaretta quando vengono gettate per strada? Purtroppo, le sigarette sono l’oggetto più frequentemente abbandonato negli spazi pubblici, e ciò ha conseguenze gravi sull’ambiente.

Quando i fumatori abbandonano le cicche per terra, lasciano dietro di sé rifiuti tossici che possono contribuire alla contaminazione globale da plastica. Questo perché i filtri delle sigarette sono composti da sostanze chimiche nocive e microfibre semisintetiche che impiegano molto tempo per degradarsi. In realtà, può impiegare fino a 10 anni per far decomporre completamente una sola cicca di sigaretta.

Uno studio multidisciplinare recente si è proposto di valutare i fattori predittivi del littering delle sigarette e la tossicità dei filtri semisintetici per l’invertebrato d’acqua dolce Chironomus riparius, oltre al potenziale driver di tossicità. Osservazioni non intrusive di 597 fumatori in spazi pubblici sono state analizzate utilizzando una regressione logistica, che ha mostrato che l’età (in modo negativo) e la presenza di altre persone (in modo positivo) sono fattori personali predittivi, mentre il numero di posacenere presenti (in modo negativo) è un fattore contestuale predittivo del littering delle sigarette.

È stata valutata la tossicità acuta e cronica dei filtri delle sigarette in test ecotossicologici standardizzati su diversi effetti letali e subletali, utilizzando sia filtri fumati che non fumati. Dopo una esposizione di 48 ore, concentrazioni di 2 filtri/L di filtri fumati e non fumati hanno causato rispettivamente dall’immobilità del 36-100% e del 75-100% delle larve. Inoltre, è stato dimostrato che le fibre del filtro delle sigarette sembrano contribuire alla tossicità dei filtrati.

Esposizioni di sette giorni che utilizzavano acqua o sedimenti contaminati (tempo di rilascio di 3 settimane, eq. 1 filtro/L di acqua e 1 filtro/166,5 ml di sedimenti) hanno mostrato che le esposizioni attraverso i sedimenti hanno causato effetti più frequenti e gravi sulle larve rispetto alle esposizioni attraverso l’acqua. Le larve esposte a sedimenti contaminati (filtri fumati e non fumati) hanno mostrato una mortalità superiore al 20%, una diminuzione della crescita superiore del 1,5 volte e una diminuzione dello sviluppo superiore all’80% rispetto alle larve in condizioni di controllo.

È stato riscontrato che i filtri delle sigarette hanno il potenziale di essere teratogeni per gli invertebrati d’acqua dolce. I nostri risultati potrebbero essere utilizzati per sostenere gli sforzi di prevenzione del littering, auspicabilmente attraverso campagne educative

Smettere di fumare abbassa il rischio di infezioni

Letto su Ansa.it Salute e benessere

Smettere di fumare ha un effetto favorevole nel ridurre i valori della proteina C reattiva, un importante marcatore di infiammazione. Il vantaggio non è però evidente a breve termine, ma solo dopo diversi anni dalla cessazione del fumo. La scoperta arriva dai ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori (Int) di Milano, ed è stata pubblicata sulla rivista Scientific Reports.

Lo studio è stato condotto su oltre 3.000 fumatori in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano. I ricercatori hanno dimostrato che la cessazione del fumo ha un effetto favorevole, sebbene a lungo termine, nel ridurre i valori della proteina C reattiva (PCR), un marcatore dell’infiammazione. Dal momento che ci vogliono diversi anni perché la PCR si riduca, lo studio ribadisce l’importanza di smettere di fumare il più presto possibile.