il mentolo rende le sigarette elettroniche più tossichE

La presenza di mentolo nelle sigarette elettroniche è motivo di preoccupazione poiché può mascherare l’irritazione causata dalle sostanze chimiche presenti nel vapore, spingendo gli utenti a inalare quantità maggiori e più frequenti di queste sostanze. Inoltre, il mentolo può avere un effetto sinergico con altre sostanze chimiche, potenziando la loro tossicità complessiva.

Un nuovo studio pubblicato sulla rivista Respiratory research ha rivelato che l’aggiunta di mentolo alle sigarette elettroniche le rende più tossiche per la salute umana. La ricerca, condotta da un team di scienziati, ha evidenziato che il mentolo, comunemente usato come aromatizzante nelle sigarette elettroniche, può aumentare la tossicità delle sostanze chimiche presenti nel vapore inalato dagli utenti.

Lo studio ha anche rilevato che il mentolo può avere un impatto negativo sulla funzione polmonare, causando infiammazione e danni ai tessuti polmonari. Ciò aumenta il rischio di sviluppare malattie respiratorie e condizioni come l’asma e la bronchite cronica. Inoltre, il mentolo può influenzare negativamente il sistema cardiovascolare, aumentando la pressione sanguigna e il rischio di malattie cardiache.

I risultati dello studio sottolineano l’importanza di regolamentare l’uso del mentolo nelle sigarette elettroniche e di informare adeguatamente gli utenti sui rischi associati. Le autorità sanitarie e i legislatori dovrebbero prendere in considerazione restrizioni sull’uso di mentolo come aromatizzante per ridurre l’esposizione delle persone a sostanze chimiche nocive.

Fonte: Respiratory research

Sigarette e ambiente: il problema della plastica e delle microfibre dei filtri.

Avete mai pensato a cosa succede alle cicche di sigaretta quando vengono gettate per strada? Purtroppo, le sigarette sono l’oggetto più frequentemente abbandonato negli spazi pubblici, e ciò ha conseguenze gravi sull’ambiente.

Quando i fumatori abbandonano le cicche per terra, lasciano dietro di sé rifiuti tossici che possono contribuire alla contaminazione globale da plastica. Questo perché i filtri delle sigarette sono composti da sostanze chimiche nocive e microfibre semisintetiche che impiegano molto tempo per degradarsi. In realtà, può impiegare fino a 10 anni per far decomporre completamente una sola cicca di sigaretta.

Uno studio multidisciplinare recente si è proposto di valutare i fattori predittivi del littering delle sigarette e la tossicità dei filtri semisintetici per l’invertebrato d’acqua dolce Chironomus riparius, oltre al potenziale driver di tossicità. Osservazioni non intrusive di 597 fumatori in spazi pubblici sono state analizzate utilizzando una regressione logistica, che ha mostrato che l’età (in modo negativo) e la presenza di altre persone (in modo positivo) sono fattori personali predittivi, mentre il numero di posacenere presenti (in modo negativo) è un fattore contestuale predittivo del littering delle sigarette.

È stata valutata la tossicità acuta e cronica dei filtri delle sigarette in test ecotossicologici standardizzati su diversi effetti letali e subletali, utilizzando sia filtri fumati che non fumati. Dopo una esposizione di 48 ore, concentrazioni di 2 filtri/L di filtri fumati e non fumati hanno causato rispettivamente dall’immobilità del 36-100% e del 75-100% delle larve. Inoltre, è stato dimostrato che le fibre del filtro delle sigarette sembrano contribuire alla tossicità dei filtrati.

Esposizioni di sette giorni che utilizzavano acqua o sedimenti contaminati (tempo di rilascio di 3 settimane, eq. 1 filtro/L di acqua e 1 filtro/166,5 ml di sedimenti) hanno mostrato che le esposizioni attraverso i sedimenti hanno causato effetti più frequenti e gravi sulle larve rispetto alle esposizioni attraverso l’acqua. Le larve esposte a sedimenti contaminati (filtri fumati e non fumati) hanno mostrato una mortalità superiore al 20%, una diminuzione della crescita superiore del 1,5 volte e una diminuzione dello sviluppo superiore all’80% rispetto alle larve in condizioni di controllo.

È stato riscontrato che i filtri delle sigarette hanno il potenziale di essere teratogeni per gli invertebrati d’acqua dolce. I nostri risultati potrebbero essere utilizzati per sostenere gli sforzi di prevenzione del littering, auspicabilmente attraverso campagne educative