Fumo passivo

Si parla di esposizione a fumo passivo quando, involontariamente, una persona respira il fumo di tabacco consumato da altri. In questo caso il non fumatore respira il fumo prodotto dalla combustione della sigaretta più quello che è stato prima inalato e successivamente espirato dai fumatori. Il fumo passivo è la principale fonte di inquinamento dell’aria negli ambienti confinati.
Il fumo di tabacco contiene più di 4000 sostanze chimiche, alcune delle quali dotate di marcate proprietà irritanti ed altre, circa 60, che sono sostanze sospettate o riconosciute cancerogene, cioè sostanze che causano il cancro.
Sono stati condotti oltre 50 studi per verificare e stimare quanto fosse grande l’associazione tra fumo passivo e rischio di cancro del polmone nei non fumatori. Dall’insieme dei risultati scientifici emerge che esiste un eccesso di rischio di cancro del polmone tra i non fumatori che vivono con fumatori: un eccesso di rischio statisticamente significativo, cioè non casuale, il cui ordine di grandezza è attorno al 20% per le donne ed al 30% per gli uomini.
Studi di non fumatori esposti a fumo passivo sul lavoro mostrano un aumento del rischio di cancro del polmone tra il 16% ed il 19%.
Una donna che non ha mai fumato ha il 24% di rischio in più, di sviluppare un cancro del polmone, se vive con un fumatore.
Sostanze cancerogene specifiche del tabacco sono state trovate nel sangue e nelle urine di non fumatori esposti a fumo passivo
Nel 1998, uno studio europeo ha rilevato solo un lieve incremento del rischio di cancro del polmone nei non fumatori che lavorano in ambiente fumoso o convivono come coniugi di fumatori.
L’esposizione a lungo termine di non fumatori al fumo passivo causa un eccesso di rischio di cancro del polmone che, in chi vive con fumatori, è pari al 20-30%”.
Negli anni ’90 due studi scientifici stimarono che i non fumatori che vivono con fumatori hanno un eccesso di rischio di malattie cardiache attorno al 30%. Un eccesso di questa dimensione, considerata l’elevata frequenza di persone esposte, portava alla conclusione che le malattie cardiache provocate dal fumo passivo costituivano la terza principale causa di morte negli Stati Uniti, dopo il fumo attivo e l’abuso di alcol.
Da allora, diversi studi hanno mostrato in modo inequivocabile che l’esposizione a fumo passivo aumenta il rischio di malattie cardiache nei non fumatori.
E’ stato mostrato che il fumo passivo, come del resto il fumo attivo, aumenta il rischio di ictus cerebrale. L’entità dell’incrermento è pari all’82%. In confronto i fumatori attivi hanno un rischio 4 volte maggiore rispetto ai mai fumatori o agli ex fumatori che hanno smesso da almeno 10 anni. Poiché l’ictus è molto frequente, questo significa che il fumo passivo ha un impatto esteso sulla salute dei non fumatori.
Il fumo passivo ha un lieve ma significativo impatto sull’apparato respiratorio degli adulti non fumatori provocando aumento del rischio di tosse, produzione di muco, riduzione della funzione respiratoria. Gli adulti esposti a fumo passivo a casa o sul luogo di lavoro hanno un rischio di asma bronchiale aumentato del 40-60% in confronto con adulti non esposti. L’associazione tra fumo passivo e broncopneumopatia cronico ostruttiva (BPCO) è stata evidenziata in numerosi studi. Si tratta di una associazione piccola, ma non è ben chiaro se ciò dipenda da una carenza di dati o dalla difficoltà di disegnare studi ben fatti in questo caso, perché si tratta di effetti a lungo termine per malattie respiratorie croniche non maligne.

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, circa la metà dei bambini di tutto il mondo sono esposti al fumo ambientale prodotto dai fumatori adulti. In Italia, il 22% dei bambini tra 13 e 24 mesi hanno una madre fumatrice, e circa la metà, il 52%, sono esposti a fumo di tabacco in casa. Il fumo materno è la maggiore fonte di fumo passivo, a causa dell’effetto cumulativo dell’esposizione durante la gravidanza e la stretta prossimità nelle prime fasi della vita. L’OMS ha analizzato i risultati di oltre 40 studi sull’impatto del fumo dei genitori sulle malattie delle basse vie respiratorie dei bambini.
E’ stato stimato che i figli di madri fumatrici hanno un eccesso di rischio del 70% di avere malattie delle basse vie respiratorie rispetto ai bambini figli di madri non fumatrici.
Il fumo materno durante la gravidanza è la principale causa di morte improvvisa del lattante (sudden infant death sindrome, SIDS) e di altri effetti sulla salute, incluso il basso peso alla nascita e ridotta funzionalità respiratoria. L’asma, la malattia cronica più comune nei bambini, è più frequente tra i bambini i cui genitori fumano.